domenica 22 giugno 2014

Clues of Our Mutual Clouds

Adam Licsko, Oil on canvas


Quando (se e quando)
nel sogno avrò ricevuto il sole
ricordati del mio sasso verde
tenuto sempre in tasca
come il mio pezzo solitario di pianeta.

Dobbiamo saperlo
noi primi strati liquidi del mondo
che le parole saranno carta sparsa
nella sincerità di un vento
sui templi delle vette
dove albergheremo.

Se mi vedrai confuso
(com’è confuso l’annegato petalo di lago)
sarà per tutti questi giri
fatti di punti alle parole.

Perché non vidi al tempo di guardarti
perché i silenzi scrigni mi dirigono
ora
come fossi in balia
delle mie scarpe stanche.

Sarà perché le dita
si dissetano dall’acqua
non sapendo più delle carezze
ma solo dei tempi certi di caligine.

Che a volte è meglio essere casa su un castano
o uno scoglio
o vegliare su velieri innati
e farsi prossima preda di maree.

Meglio che compatirci entrambi
frecce di Giove
e figli di un’errata matematica del volo.

C’è una fiera di compratori di chimere
e chi visse doppio
e chi non seppe inabissarsi.

E poi noi
le sfere inavvertite dal sestante.
Volatili
nelle nostre vicendevoli nubi.

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